IL NOME
Maricula è il nome medievale del fiume Marecchia. Gli etruschi chiamavano il fiume “Armne”, diventato poi il latino “Ariminus”, da cui prese il nome l’insediamento portuale che sorse alla sua foce: Rimini. Nei documenti medievali compare il nuovo nome “Maricle”, divenuto poi “Maricula”, a indicare il piccolo mare che si formava presso la sua foce ampia e paludosa.
In epoca romana il fiume passava sotto il ponte di Tiberio e proseguiva compiendo un’ansa che lo portava a sfociare presso l’odierna stazione, in una spiaggia arretrata di circa un chilometro dall’attuale.
Storicamente sono documentate frequenti esondazioni, i depositi di ghiaie esistenti sino all’estremità della sua foce testimoniano la forza della corrente del fiume, piuttosto rapida. La foce del Marecchia ha subito nel corso dei secoli importanti spostamenti, sempre in conseguenza di eventi di piena disastrosa. Intorno all’anno mille una piena causò la deviazione del fiume all’altezza di San Martino in Ripa Rotta, portando il corso d’acqua a sfociare nei pressi di Viserba, la stessa diversione si verificò all’inizio del 500, quando il fiume Marecchia occupò l’alveo dell’attuale Fossa Viserba. La direzione odierna del porto canale di Rimini si deve invece alle opere di stabilizzazione e fortificazione dell’ultimo tratto del Marecchia avvenute in epoca Malatestiana, iniziate con Carlo Malatesta, intorno al 1400. Questa foce artificiale, pur subendo diversi danneggiamenti sempre dovuti alle piene, è rimasta più o meno la stessa negli ultimi 600 anni.
Tra il 1924 e il 1930 è stato costruito il “canale deviatore”, un alveo artificiale per allontanare dal centro cittadino gli effetti delle frequenti esondazioni. Scorrendo gli ultimi due chilometri nel canale deviatore, oggi il fiume Marecchia si getta in mare presso la spiaggia di San Giuliano.